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Al di là della meta: Rinascita e riflessione di Marco Bottardi

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Marco Bottardi, fino al 2010, era un uomo di successo, chiamato da tutti Mastro, il maestro. Pensava che la sua vita fosse perfetta. Finché una notte arriva l’imprevedibile.
Un tragico incidente.

Marco Bottardi, fino al 2010, era un uomo di successo, chiamato da tutti Mastro, il maestro. Era un imprenditore del tempo libero: apriva locali chic sul lago di Garda, proponendo serate all’insegna dell’allegria in tutte le sue forme.  Per sua stessa ammissione si sentiva invincibile e indistruttibile, dormiva tre ore a notte e accompagnava i suoi clienti nella degustazione di bollicine e aperitivi.

Pensava che la sua vita fosse perfetta. Finché una notte arriva l’imprevedibile. Un tragico incidente mentre era in sella alla sua moto lo costringe alla sedia a rotelle con una diagnosi senza appello: paralisi dalla vita in giù. Agli occhi delle persone che lo conoscono poteva sembrare una enorme sconfitta, un surreale contrappasso tra la vita che aveva condotto e la vita che gli si proponeva innanzi.  Ma agli occhi di Bottardi l’incidente è stata una sorta di rinascita, soprattutto introspettiva e psicologica. Prima di tutto continua a praticare gli sport, tutti quelli che possono essere praticati senza l’uso delle gambe: nuoto nel lago di Garda o parapendio poco importa, l’importante era ritrovare la libertà.

Durante il lungo periodo di convalescenza, Bottardi si trovò però soprattutto a fare i conti con la propria mortalità, con la consapevolezza di quanto la vita possa essere fragile e imprevedibile. In un’intervista, Bottardi ha raccontato come l’incidente lo abbia costretto a una riflessione profonda sul significato della vita e sulla necessità di cambiare prospettiva rispetto a ciò che conta veramente. La convalescenza lo portò ad affrontare temi esistenziali che prima forse aveva solo sfiorato, come la morte, la sofferenza e la ricerca di un senso più autentico nell’esistenza. Pensieri che qualche anno dopo ha messo nero su bianco, dando alle stampe il volume “Al di là della meta”, un insieme di riflessioni sull’imprevedibilità del destino e sulla fragilità della vita che sono evidentemente influenzate dalla sua esperienza diretta con la morte e la sofferenza fisica.

Marco Bottardi non nasconde che l’incidente lo abbia fatto riflettere su quanto sia illusoria l’idea di controllo assoluto sulla propria esistenza e su come la “meta” che inseguiamo possa essere spesso un miraggio, una meta che si allontana e si avvicina in modo imprevedibile, come le strade di una vita che spesso non sono dirette come ci aspettiamo.

L’incidente, quindi, è stato un’occasione per Bottardi di approfondire il tema del cammino come un processo e non solo come arrivo. La riflessione sulla morte e sulla sua inevitabilità lo ha spinto ad indagare la condizione umana da una prospettiva più ampia, meno centrata sull’idea di traguardi da raggiungere e più sulla consapevolezza del “qui e ora”, sull’importanza di vivere ogni istante con pienezza, senza rimandare a un futuro che potrebbe non arrivare mai. La riflessione sulla condizione umana, infatti, è profondamente legata al concetto di crisi e di superamento dei limiti.

L’incidente ha dato a Bottardi lo spunto e una nuova chiave di lettura per esplorare il concetto di “meta”, una meta che non è solo il punto di arrivo di una vita o di un cammino, ma un processo continuo, fatto di cadute, di sollevamenti, di crisi e di rinascite.

Dopo l’incidente, la scrittura è diventata per Bottardi una forma di terapia, un modo per dare ordine ai pensieri e alle emozioni che l’esperienza di vita e la sofferenza avevano suscitato in lui. Scrivere è diventato un modo per elaborare il trauma ma anche per fare chiarezza su ciò che stava attraversando. Il fatto che il libro affronti temi universali come la solitudine, la ricerca di sé e il rapporto con la morte, non è casuale: Bottardi ha trasposto nella scrittura le sue riflessioni più intime, come se la pagina bianca fosse diventata il suo spazio terapeutico. Questa funzione della scrittura emerge anche nel dialogo interiore che il protagonista di “Al di là della meta” intraprende con se stesso. La riflessione filosofica e psicologica che permea l’opera è, in fondo, il risultato di un processo di elaborazione del dolore, di un tentativo di dare un senso a ciò che è accaduto, di dare valore alla sofferenza e di imparare ad affrontarla con una nuova consapevolezza.

L’incidente stradale che ha segnato la vita di Marco Bottardi ha dunque avuto un ruolo cruciale nella sua evoluzione, come se fosse diventato un catalizzatore per una riflessione più profonda sulla condizione umana e sulle sfide ognuno di noi deve affrontare nel percorso di vita, riflettendo  sulla nostra stessa esistenza e sull’importanza di ogni passo nel nostro cammino.

Last modified: 16 Dicembre 2024