Nonostante abbia trentuno anni, Letizia Toni si sente ancora come se ne avesse 24, un’età che definisce come quella in cui non si è né adolescenti né completamente adulti. Questo numero non è casuale, poiché proprio a 24 anni iniziò quella che lei stessa definiva la sua rinascita, un periodo in cui iniziò a confrontarsi con il dolore e a riflettere su ciò che fosse veramente importante per lei.
Nota al grande pubblico per il suo ruolo da protagonista nel film dell’anno scorso “Sei nell’anima”, il biopic su Gianna Nannini, nel 2017 fu vittima di un grave incidente stradale che avrebbe potuto costarle non solo la carriera ma addirittura la vita. Ma proprio quell’incidente segnò per lei un punto di svolta nonostante le 15 operazioni di ricostruzione al braccio, una situazione che – ha spiegato lei stessa – le insegnò “l’importanza di prendersi cura di sé”.
Era una serata come tante altre. Letizia era a bordo della sua Smart per andare a cena con degli amici quando, a causa di una fitta nebbia, non riuscì a vedere un’auto parcheggiata. L’impatto fu violento e il suo braccio sinistro rimase incastrato tra l’asfalto e la lamiera dell’auto ribaltata. Con l’altro braccio riuscì a prendere il telefono e contattare i soccorsi che non senza difficoltà la estrassero dalle lamiere. Fu ricoverata per un mese all’ospedale di Careggi, a cui fece seguito un lungo percorso di riabilitazione.
Letizia ha avuto nella famiglia e nel gruppo della scuola di recitazione un fortissimo supporto perché, nonostante le difficoltà, il teatro rimase per lei un’ancora di salvezza; appena poté, riprese le lezioni, un’esperienza che le permise di rimanere attiva e motivata durante la convalescenza. Quando il peggio si poteva dire passato arrivò la pandemia da Covid. Fu costretta a bloccarsi di nuovo ma questa volta era l’intera umanità a dover vivere con il freno a mano tirato.
Ma non appena la quotidianità tornò ad essere normale ecco che arriva l’offerta che attendi da una vita: il ruolo da protagonista nella fiction sulla vita di Gianna Nannini. Una opportunità che le sembrò particolarmente vicina alla sua esperienza personale, sentendo una profonda connessione con la storia della cantante soprattutto nella fase della carriera in cui ha vissuto una crisi di vocazione. Desiderava raggiungere la verità e l’essenza del personaggio, evitando di scivolare in un’imitazione caricaturale.
La sua interpretazione è stata intensa e autentica, riflettendo nel personaggio le proprie esperienze e i propri drammi che, allo stesso tempo, si sono gradualmente mitigati, permettendole di liberarsi di parte del suo malessere. È lei stessa a confessarlo: “Avevo il terrore di sbagliare, con Gianna, non volevo offrire qualcosa di finto e di disonesto per lo spettatore. È per questo che ho messo tutta me stessa, anche soffrendo. Mi sono immedesimata molto in quel malessere: non c’era niente di simulato, anche se lo gestivo a livello tecnico per uscirne. Mi calavo dentro a quell’inquietudine con i miei drammi e le mie paure, sovrapponendo la mia esperienza a quella di Gianna. Sono stata un po’ masochista, forse, ma mi sono anche liberata”.
La storia di Letizia Toni insegna che è inutile scappare di fronte un dolore; bisogna invece esorcizzarlo affrontandolo a testa alta, giorno per giorno. Perché solo così, alla fine, saremo sempre noi a vincere.
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Last modified: 20 Dicembre 2024