L’esperienza di Emiliano Malagoli, pilota di motociclismo paralimpico, invita a guardare la disabilità con occhi “puliti”, liberi da pregiudizi e stereotipi. La sua esperienza personale, che l’ha visto perdere una gamba in un tragico incidente nel 2011, è un potente esempio di come un evento apparentemente negativo possa trasformarsi in una nuova opportunità. Non solo ha superato l’ostacolo fisico ma ha anche cambiato completamente il suo modo di vedere il mondo e la vita stessa. Per lui, l’incidente che gli ha sottratto una gamba non è stato un momento di abbandono, ma una nuova occasione per vivere intensamente, spingendosi oltre i limiti che aveva precedentemente imposto a sé stesso.
Malagoli racconta di come, appena un anno dopo l’incidente, sia risalito in moto. Nel 2013 ha fondato l’associazione Di.Di Diversamente Disabili, con l’intento di dare una mano a chi, come lui, si è trovato a dover affrontare le difficoltà fisiche e psicologiche legate a un trauma. L’associazione ha lo scopo di abbattere le barriere, sia materiali che mentali, per chi vive con una disabilità. Sottolinea infatti che la disabilità non è tanto una questione di incapacità, ma di percezione. Con l’aiuto dell’associazione, cerca di dimostrare che non ci sono limiti a ciò che si può fare, anche senza un arto o con altre disabilità. La sua esperienza gli ha insegnato che la paura, che spesso accompagna le persone con disabilità, è comune a tutti, ed è la stessa paura che limita anche chi non ha disabilità. Quando ha deciso di tornare a correre in moto, ha capito che le difficoltà quotidiane non sarebbero state insormontabili, e che tutto si sarebbe potuto affrontare con il giusto approccio.
Nel 2019, ha partecipato alla maratona di New York, un’impresa che ha voluto raccontare nel film 50.000 passi, diretto da Michelangelo Gratton. Qui, Malagoli ha dimostrato che i limiti, spesso, sono solo nella nostra mente: è riuscito a completare i 42,195 km come qualsiasi altro maratoneta, senza che la sua condizione fisica gli fosse di ostacolo. Questa esperienza lo ha portato a riflettere sulla natura dei limiti: “Il limite più grande spesso è quello che ci diamo noi stessi”, ha detto, evidenziando quanto siano fondamentali la determinazione e la fiducia in noi stessi.
Il suo libro autobiografico, “Continua a correre. Un’incredibile storia vera” (Paesi Edizioni), pubblicato nel 2023, è un’altra tappa del suo viaggio. Malagoli ripercorre gli anni successivi all’incidente, spiegando come il dolore fisico e la perdita dell’arto siano stati solo un punto di partenza per una trasformazione più profonda. Come racconta nel libro, l’incidente gli ha cambiato la vita, facendogli comprendere che prima di quel momento non aveva davvero capito cosa fosse la felicità. La consapevolezza che ha acquisito gli ha permesso di apprezzare cose che prima dava per scontate, come il semplice fatto di alzarsi ogni mattina o passare del tempo con i propri cari. Per Emiliano, la sua nuova condizione ha avuto un effetto positivo: “Grazie a un evento apparentemente tragico, oggi sto vivendo i migliori anni della mia vita”.
Quando gli è stato chiesto se avrebbe voluto mai riavere la sua gamba, la risposta è stata netta: no. Perché, spiega, non è tanto importante ciò che accade nella vita, quanto il modo in cui reagiamo. Per lui, tornare alla vita che aveva prima dell’incidente significherebbe fare un passo indietro. L’incidente gli ha dato la possibilità di reinventarsi e di vivere in modo più pieno e consapevole, e questo non lo cambierebbe per nulla al mondo. Una sezione del libro è dedicata a riflessioni su un tema importante: la disabilità e come essa viene percepita dalla società. Spesso, afferma, la disabilità è vista solo come un handicap, qualcosa che limita e impone delle restrizioni. Ma secondo lui, è essenziale distinguere fra disabilità e handicap: la disabilità è semplicemente una condizione fisica, come la perdita di un arto, mentre l’handicap è il risultato delle barriere, siano esse mentali o fisiche, che la società crea. Quando si tratta di fare sport, lavorare o vivere una vita normale, per Emiliano l’handicap è “pari a zero”, anche senza una gamba. Se le persone con disabilità avessero meno pregiudizi e il mondo fosse più inclusivo, si renderebbe conto che non ci sono limiti reali alle cose che possono fare.
La consapevolezza acquisita da Malagoli non è solo una riflessione sul suo percorso personale, ma un invito a tutti a non dare per scontato quello che si ha. “La nostra esistenza – dice – è la cosa più bella che abbiamo, il più grande regalo che Dio ci ha dato, e troppo spesso diamo tutto questo per scontato”. L’incontro con il mondo della disabilità gli ha aperto gli occhi su un universo parallelo, fatto di persone che hanno trasformato la sofferenza in forza e che, con la loro testimonianza, dimostrano come sia possibile superare ogni difficoltà.
Malagoli è convinto che per migliorare la vita delle persone con disabilità sia necessario prima di tutto abbattere i limiti mentali e solo successivamente quelli fisici. Per lui, la chiave per una vita piena di soddisfazioni è la capacità di porsi obiettivi, ogni giorno, settimana, mese, anno. E questo non riguarda solo le persone con disabilità, ma tutti. L’incidente gli ha dato una nuova visione della vita, rendendolo più determinato e consapevole. Ed è questa la lezione che vuole trasmettere: non fermarsi davanti alle difficoltà, ma imparare a reagire, guardare oltre e rimettersi in gioco, anche quando sembra impossibile.
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Last modified: 29 Gennaio 2025