Chiara Capriotti, originaria di Castel di Lama, ha visto la sua vita cambiare drasticamente quando, a vent’anni, fu investita da un’auto sulla Salaria. Non si trattò di un incidente causato da un conducente ubriaco o spericolato, ma di un tragico caso in cui una signora non la vide.
L’impatto violento la mandò in coma e la costrinse a un lungo percorso di riabilitazione, che includeva anche la neurologica, a causa di una parziale paresi a un lato del corpo. Tuttavia, questa esperienza difficile le ha insegnato qualcosa di profondo. Chiara ha capito che, nonostante le difficoltà, c’era un modo per dare un senso a quella che a volte può sembrare una vita assurda: dedicarsi agli altri.
Nel marzo del 2021, ha iniziato a collaborare con il reparto di pediatria, facendo donazioni per aiutare l’attività ospedaliera. Nonostante molti al suo posto avrebbero potuto arrabbiarsi con il destino, Chiara Capriotti ha scelto un’altra strada. Dopo l’incidente, si è chiesta perché fosse sopravvissuta quando altre vittime di incidenti stradali non ce l’avevano fatta. La risposta è arrivata sotto forma di un impegno che l’ha portata a voler aiutare chi fosse in una condizione peggiore della sua.
Il suo percorso di recupero, però, non è stato facile. Dieci anni prima dell’incidente, la sua vita di ventenne era già stata stravolta da un trauma che l’aveva costretta a lunghe degenze in ospedale e in una struttura di riabilitazione. Il trauma subito aveva avuto un impatto profondo su di lei, cambiandole in parte il carattere e la visione della vita.
Chiara riconosce che, per chi passa attraverso esperienze simili, è naturale attraversare una fase di rabbia e sconforto. Ma come ha dichiarato, la chiave per superarla sta nel modo in cui si affronta il dolore e se si vuole o meno uscire da quel buio.
Quando stava iniziando a stare meglio, intraprese un tirocinio per facilitare l’integrazione delle persone con disabilità nell’ambito lavorativo dell’ospedale Mazzoni di Ascoli. Tuttavia, con l’arrivo del Covid dovette interrompere il progetto. Ma fu proprio in quel periodo di incertezze che riuscì a trovare una nuova motivazione per andare avanti: aiutare chi era più vulnerabile. Poiché, a causa delle sue condizioni, non poteva donare il sangue, decise di dedicarsi ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria. Per lei, ogni bambino rappresentava una vita che aveva tutta davanti, un diritto all’innocenza che meritava di essere protetto.
Così, da una grande sofferenza, Chiara Capriotti è riuscita a trasformare il dolore in un’opportunità per dare supporto agli altri, trovando nel suo impegno verso i più fragili una forma di rinascita e speranza.
Last modified: 5 Febbraio 2025